Uomini e benessere psicologico. La psicoterapia al maschile
Occuparsi del proprio benessere psicologico è veramente appannaggio quasi esclusivo delle donne? È così vero che gli uomini non si rivolgono allo psicoterapeuta (per conoscere la differenza fra psicologo, psicoterapeuta e psichiatra cliccare qui)? Ma di cosa possono parlare gli uomini in psicoterapia?
La psicoterapia per il proprio benessere psicologico
La clinica mostra come gli uomini, ma anche i ragazzi, che si rivolgono ad una psicoterapeuta, ad una psicologa, siano in costante aumento. All’interno della coppia o nel gruppo di amici o fra colleghi si riesce, in misura sempre maggiore, a parlare e a confrontarsi anche su questi temi. Ciascuno porta e condivide con gli altri la propria esperienza e, con aumentata frequenza, si osserva come lo psicoterapeuta inizi ad essere pensato non solo quale professionista che opera nel campo della patologia mentale, ma anche quale specialista che si occupa del benessere psicologico.
Non vi è quindi motivo per il quale gli uomini non possano trarre beneficio da un percorso psicologico, psicoterapico, consultoriale. Gli uomini, come le donne, hanno delle questioni sulle quali posso interrogarsi e, magari, dipanarle con l’aiuto di un professionista.
Chiedere aiuto non è da deboli
Può sembrare anacronistico, ma, ancora oggi, è frequente sentire affermazioni come “Non vado dallo psicologo perché chiedere aiuto è da deboli”. È facile immaginare come dietro questa frase ci sia molto altro, ad esempio questioni soggettive che riguardano la persona oppure che queste parole possano configurarsi come un alibi, una giustificazione per non occuparsi di questioni che il soggetto sente come faticose.
Risulta però importante prendersi del tempo per fermarsi e riflettere attorno a queste resistenze e interrogarle. Come mai esiste questa equazione “aiuto=debole”? “solo=forte”? E poi, “forte” rispetto a che cosa? Qual è il termine di paragone? Fare un figlio insieme alla donna che si ama vuol dire “essere deboli perché non ho fatto un figlio da solo”? Come mai si pensa che chiedendo aiuto il soggetto non ce la faccia da solo? Lo psicoterapeuta non compie miracoli, c’è sempre bisogno che colui che domanda aiuto lavori in prima persona sulle proprie questioni. Lo psicoterapeuta non si sostituisce a nessuno (per ulteriori approfondimenti si rimanda ad altri articoli specifici “Incontrare uno psicologo?! o uno psicoterapeuta?! E perché no?” o “”Era tanto che ci pensavo ad un colloquio. Non ho mai trovato il coraggio” Le resistenze a chiedere un appuntamento”).
Uomini e donne di fronte ai propri interrogativi e ai propri desideri
Gli esseri umani sono, anatomicamente, suddivisi in genere maschile e femminile e hanno attitudini e inclinazioni differenti – come ben vediamo nel testo “Perché le donne non sanno leggere le cartine e gli uomini non si fermano mai a chiedere” di Allan Pease e Barbara Pease – ma con tante domande e desideri comuni.
È quindi possibile che l’uomo si attenda da una psicoterapia qualcosa di diverso da ciò che si attende una donna? È possibile che l’uomo abbia delle capacità di riflessione attorno a ciò che prova differenti da quelle di una donna? È possibile che alcune persone, indipendentemente dal genere, dall’età e dal grado d’istruzione, siano più inclini a porsi delle domande sul proprio essere nel mondo e sul come? O più “abili” a interrogarsi su quanto accade intorno a loro? O più avvezze a riflettere sul perché si comportano in una determinata maniera o con schemi ripetitivi?
Perché allora non ritagliarsi un proprio spazio di riflessione con una professionista per affrontare, finalmente, quelle questioni che da tanto tempo vengono messe a tacere quando tornano alla mente?
Se anche voi desiderate provare a fermarvi a riflettere e prendervi del tempo per voi stessi per approfondire meglio i vostri interrogativi e i vostri desideri desideri potete agevolmente fissare un incontro cliccando qui.
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