Lasciar andare il passato: un atto di coraggio
Lasciar andare il passato porta spesso con sè ansia, stress, frustrazione e, in alcuni casi, addirittura depressione. In questo articolo cercheremo insieme di comprendere meglio come mai questo accada e cosa si possa fare per attraversare questa difficoltà.
Come mai lasciar andare il passato può diventare fonte di ansia e stress?
Nel nostro passato, in quel passato che vorremmo lasciar andare, in quel passato che magari è anche un passato recente, ci sono amori, amicizie, affetti importanti, luoghi, sogni, che ci hanno aiutato a crescere e superare momenti di difficoltà e quindi è naturale che sia faticoso lasciarli andarli. Per lasciar andare qualcosa o qualcuno occorre coraggio e forza perché questo apporta un cambiamento nella nostra vita (per un approfondimento sul tema mi permetto di segnalarti il link all’articolo “Cambiare vita e lavoro. Da desiderio irrealizzabile a possibilità concreta.”). Per lasciar andare qualcosa che conosciamo, anche se ci fa male, e andare alla scoperta del nuovo occorre fermarsi e affrontare la paura.
Occorre coraggio per lasciar andare un amore, un’amicizia, un lavoro, un’abitudine, … quindi è necessario prendersi il proprio tempo per ascoltarsi, per comprendere cosa ci fa paura del lasciar andare e quando ci sentiamo sufficientemente pronti per lasciare gli ormeggi e partire. Non colpevolarizzarti se sai che da tempo potresti/dovresti prendere questa decisione ma non riesci a farlo. Non colpevolizzarti, fermati, ascoltati… a tempo debito partirai.
Rallentare, fermarsi, ripartire
Per operare un grande cambiamento nella vita è necessario rallentare per potersi ascoltare meglio, per diventare consapevoli della nostra prigionia, per capire in profondità cosa desideriamo e che, in fondo, per ogni fine c’è sempre un nuovo inizio. Rallentare, nella società contemporanea, non è così facile però ed è proprio in questo che lo spazio psicoterapeutico può aiutarti perché, tale spazio, ti chiede di rallentare, di fermarti, di uscire da una logica prestazionale, di ascoltarti per riuscire a guardare sia i tuoi punti di forza sia le tue fragilità che tutti, in quanto esseri umani, abbiamo e che fanno parte di noi (se non hai mai avuto esperienza di questo spazio e ti stai chiedendo come funzioni concretamente una psicoterapia mi permetto di segnalarti il link a questo approfondimento sul tema “Come funziona un percorso di psicoterapia psicoanalitica.”).
Crescita e cambiamento
Crescita e cambiamento sono legate a doppio filo e si influenzano vicendevolmente dipendendo l’una dall’altra. Crescita e cambiamento richiedono però uno sforzo che, alcune volte, non ci sentiamo in grado di sostenere, per di più se, a sostenere questa fatica, siamo da soli.
Può capitare, ad esempio, che divenga opportuno, per stare bene, lasciar andare una relazione amorosa perché ci troviamo ormai dinnanzi ad un incolmabile disallineamento fra le due parti della coppia per desideri, valori, credenze. La nostra crescita ci porta quindi a cercare persone più in linea con chi siamo realmente, ma questo passaggio è spesso difficoltoso tanto che molte persone rimangono incastrate nelle loro vite presenti, nonostante sognino/desiderino altro, perché temono il cambiamento, il primo passo, il giudizio degli altri.
Controllare e lasciar andare
Il maestro Jackson Kiddard afferma: “Tutto quello che non riesci a controllare / ti sta insegnando a lasciar andare.”. Quanto è difficile però non controllare? Abbiamo agende fitte di scadenze e cose da fare, appuntamentia cui presenziare e riunioni da organizzare, persino i diari dei nostri figli sono pieni di impegni come se fossero dei top manager. Quando arriva l’imprevisto, quando arriva qualcosa che per sua natura non è programmabile, allora giunge anche il panico, l’ansia, la paura di non essere adeguati, di non sentirsi abbastanza. Come possiamo allora lasciar andare qualche spazio nella nostra agenda per fare un po’ di spazio? Spazio per noi, spazio per l’altro, spazio per passeggiare in una giornata di sole annusando i profumi della primavera o della neve che cade. Quanto coraggio e quanta fatica ci vuole per uscire da uno schema?
Il valore dell’infelicità e dell’insoddisfazione
Spesso i pazienti giungono in seduta lamentandosi – alcuni fanno solo questo e desiderano fare solo questo (perché, per loro, adesso non è ancora il tempo di fare altro, di cambiare le cose) – alcuni, ad un certo punto, prendono in mano questo lamento e lo trasformano in qualcosa di positivo, in un indicatore di una situazione che va cambiata.
L’infelicità e l’insoddisfazione, a ben guardare, si configurano come una grandissima spinta all’azione, una forte motivazione a cambiare le cose, a raccogliere il coraggio di lasciare andare ciò che non si vuole, che non ci fa stare bene, per diventare attori protagonisti della nostra vita, di una vita autentica. L’infelicità e l’insoddisfazione vanno però utilizzate costruttivamente, come uno strumento (per un approfondimento sul tema mi permetto di segnalarti il link all’articolo “Insoddisfazione lavorativa: un’occasione di cambiamento”).
Mollare gli ormeggi
Essere spaventati e impauriti dinnanzi ad una scelta, ad un cambiamento, avere il terrore di sbagliare fa parte del gioco, ma può essere un’interessante occasione di crescita quindi molla gli ormeggi e affronta la paura, affronta te stesso, solo così scoprirai quanto sei fronte e non resterai bloccato e imprigionato in una vita che non senti più tua (per un approfondimento sul tema mi permetto di segnalarti il link all’articolo “Il valore del fallimento. Impara tutto ciò che puoi”).
La saggezza è lasciar andare qualcosa ogni giorno.
Il disagio legato a quanto stai vivendo in questo momento può essere superato. Puoi affrontare e attraversare questa problematica parlando con una specialista preparata che ti aiuterà stando al tuo fianco senza giudicarti.
Se sei interessata ad approfondire maggiormente le dinamiche che abitano la tua vita interiore, se desideri iniziare a cercare la strada per superare le tue difficoltà, chiedi aiuto subito.
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