“Si?! No?! Quanti dubbi!” La fragilità della famiglia contemporanea

La società, negli ultimi decenni, è profondamente cambiata e con essa l’assetto del sistema familiare, tanto che oggi possiamo parlare di nuove famiglie o di famiglie contemporanee.

Da un punto di vista prettamente sociologico le pubblicazioni dell’Osservatorio nazionale sulla famiglia mostrano come le famiglie contemporanee siano caratterizzate da una nuova poliedricità: si formano, si sciolgono, si riformano, si ricompongono, si mischiano, si allargano, si contraggono…, la struttura stabile che le caratterizzava nel passato oggi lascia il posto ad una forma maggiormente liquida.

La trasformazione della famiglia

Ad un’osservazione psicologica, la trasformazione più grande che possiamo osservare nelle famiglie contemporanee è quella di essere passate da famiglie allargate dove vivevano sotto lo stesso tetto nonni, genitori, figli, fratelli, zii e cognati all’essere famiglie mononucleari, spesso composte solo dalla diade madre-figlio o madre-figlia. Potremmo quindi affermare di essere passati, in alcuni casi, dal patriarcato al matriarcato.

Genitori e limiti

Possiamo osservare nelle famiglie, intese come microcosmo sociale, l’indebolimento del valore della norma, del simbolico e delle identificazioni. Soprattutto notiamo l’indebolimento della famiglia patriarcale caratterizzata dalle norme, dalle regole, dai limiti e dai “no”. I genitori appaiono sempre più in difficoltà a porre dei limiti ai loro figli. Molte famiglie contemporanee sembrano caratterizzarsi per una maggiore incisività delle madri, della figura e della parola materna che appare essere sempre più marcata rispetto al passato. Ciò che caratterizza queste nuove famiglie è una struttura e un funzionamento simbolico debole o, nei casi peggiori, assente.

Potremmo riassumere questo cambiamento affermando che ci troviamo dinnanzi a famiglie che si basano sempre di più sull’affetto e sempre meno sulla normatività.

Genitori perfetti

Possiamo incontrare nella contemporaneità una famiglia che si percepisce fragile, che si sente caricata di un compito difficile, sentito persino come impossibile in alcuni casi: quello di essere dei buoni genitori, adeguati all’immagine che si trova nella vasta letteratura, sorta negli ultimi anni, su come si fa ad essere un bravo genitore.

Le istituzioni scolastiche e sportive odierne risentono di questa grande trasformazione che influenza sia il rapporto fra la famiglia e gli insegnanti, gli educatori, i maestri, gli allenatori…, sia il modo in cui il bambino, il giovane, percepisce e si relaziona a questi due mondi.

Fatiche delle famiglie contemporanee

Molti genitori di oggi sembrano vivere una crisi d’identità, appaiono pieni di dubbi e con poca fiducia in se stessi e nelle loro intuizioni e faticano a portare avanti in famiglia un discorso normativo, prediligendo logiche affettive quindi più centrate sulla gratificazione e sulla soddisfazione immediata dei bisogni.

Le conseguenze di ciò si notano nella delega, più o meno esplicita, da parte dei genitori agli insegnanti e agli educatori sportivi, nella delega normativa e nella delega educativa che potremmo riassumere nelle frasi “io mi occupo della parte affettiva, voi pensate a quella normativa”, “io gli dico i sì, voi gli dite i no”, come se le figure scolastiche o sportive potessero essere dei sostituti genitoriali. Certamente possono però configurarsi come figure di sostegno ai genitori, ma non sostituti di questi, salvo ingenerare confusione e conflitti.

Il ruolo possibile dello psicoterapeuta e degli insegnanti

Lo psicoterapeuta così come gli insegnanti e gli allenatori, con modalità differenti, possono tentare di rassicurare e sostenere questi genitori rispetto alle loro capacità, alle loro intuizioni, alle loro percezioni sui loro figli, invece che colpevolizzarli chiudendo così ogni possibilità di dialogo, alleanza e confronto costruttivo.

Dott.ssa Valentina Carretta