“Come desidero frequentare l’università?” Una questione di scelta
La scelta di iscriversi ad una Facoltà universitaria è sempre un momento molto importante, di profondo cambiamento, di entusiasmo, ma è anche un passaggio simbolico fonte di ansia e di preoccupazione che porta a fermarsi e ad interrogarsi sul futuro, su “cosa voglio fare da grande?”, “chi sono?”, “cosa desidero?”, “chi voglio essere?”, e molto spesso non si hanno le risposte a tali quesiti e non si sa neanche dove e come orientarsi per iniziare a cercare le risposte.
Queste poche righe non intendono indirizzare o meno verso una Facoltà o un’altra, questa importante scelta spetta a ciascuno nella sua solitudine, in un dialogo con se stesso, tuttavia perché non utilizzare questa pagina come un piccolo punto di sosta e di riflessione arrivati a questo bivio?
Modalità di percorrenza
Quando si sceglie di intraprendere un percorso universitario può risultare importante domandarsi come si intende procedere su questa strada. Negli anni mi sono confrontata con due modalità diverse degli studenti di approcciarsi all’università: “timbrare il cartellino” o “assaporare la scelta”. Qui di seguito proverò a riassumerle, senza alcuna pretesa di esaustività.
L’università può essere utilizzata semplicemente per conseguire un obiettivo: il titolo, nella modalità che definisco “timbrare il cartellino”, dove lo studente assiste solamente alle lezioni con obbligo di frequenza, studia l’essenziale per superare l’esame e dopo diversi esami e qualche anno passato in Facoltà si laurea.
Nella modalità “assaporare la scelta”, innanzitutto, il titolo di “dottore” è solamente la naturale conseguenza di un percorso personale e professionale fatto. Il titolo sancisce l’acquisizione di conoscenze e competenze, ma dovrebbe essere, inoltre, espressione di una maggiore maturità acquisita. In questo modus operandi si fa più fatica, è necessario maggiore impegno e dedizione, e i risultati non sono garantiti. Lo studente potrà vedere l’università e i suoi docenti (non tutti sfortunatamente) come una preziosa risorsa per apprendere, confrontarsi, domandare, crescere, capirne un po’ di più, emozionarsi. Saranno gli anni in cui sarà possibile stringere importanti legami di amicizia che permetteranno di crescere come persone, anzitutto, e di portare in due o più il peso di questa formazione personale e professionale (che non si conclude il giorno della laurea, ma prosegue per tutta la vita). Sarà possibile costruire i primi rapporti professionali ed iniziare qualche piccola esperienza lavorativa o di volontariato che permetta di toccare con mano quanto si sta studiando e ciò permette, successivamente, di ritornare allo studio con rinnovato vigore.
La scelta della modalità con cui approcciarsi all’università è assolutamente soggettiva.
Per coloro che intendano iscriversi alla Facoltà di Psicologia (indirizzo clinico), si rimanda ad un articolo appositamente dedicato dal titolo “E se mi iscrivessi alla Facoltà di Psicologia?!”.
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