Primo convegno SIRIDAP: un’occasione per lavorare in rete

Nei giorni di venerdì 21 e sabato 22 ottobre 2016 si è svolto presso l’Ospedale Niguarda il I Convegno Nazionale SIRIDAP dal titolo “Sentieri Interrotti – I DCA nel ciclo della vita: dall’esordio alla persistenza”.

Queste due giornate di lavori sono state estremamente interessanti ed articolate su tre sessioni:

  • I Sessione: l’esordio
  • II Sessione: le azioni delle istituzioni
  • III Sessione: la costruzione della rete terapeutica

L’apertura dei lavori ha visto l’intervento della dott.ssa Laura Dalla Ragione, Psichiatra e Psicoterapeuta, Direttore Rete Disturbi Comportamento Alimentare Usl 1 dell’Umbria, Direttore Numero Verde SOS DCA – Presidenza del Consiglio dei Ministri, Presidente SIRIDAP la quale ha ben evidenziato la necessità di fare rete fra i servizi che si occupano, a vario titolo, dei disturbi del comportamento alimentare affinché il paziente non debba vagare solo alla ricerca del servizio che lo può aiutare. Dalla Ragione ha inoltre sottolineato l’importanza di una valutazione e di un trattamento multidisciplinare, unitamente alla necessità di interventi di sensibilizzazione, informazione e prevenzione, soprattutto in considerazione del fatto che è in aumento la domanda di cura da parte di minori sotto i 14 anni che iniziano a soffrire di questi disturbi già a 10-12 anni. Da ultimo ha evidenziato la necessità di lavorare con le famiglie che rappresentano una grandissima risorsa per attivare e poi proseguire il cammino verso la guarigione del loro familiare.

La prima sessione ha visto la partecipazione del grande psicoanalista lacaniano François Ansermet, membro dell’Associazione Mondiale di Psicoanalisi e dell’Ecole de la cause freudienne, professore di psichiatria del bambino e dell’adolescente presso al facoltà di biologia e medicina dell’Università di Losanna e primario presso la clinica universitaria di psichiatria del bambino e dell’adolescente a Ginevra il quale ha tenuto una lettura magistrale sul tema “Il paradosso dell’anoressia, tra medicina e psicoanalisi”. Ansermet ha evidenziato come nella clinica dell’anoressia sia fondamentale andare a cercare la singolarità di ciascun paziente che gode con una soddisfazione particolare tenendo ben presenti diversi paradossi che caratterizzano questa clinica. In particolare ci soffermeremo su uno di questi che mette in luce come nell’anoressia non si parli di cibo, perché ciò che è preso di mira è la domanda di qualcosa d’altro, perché nessun cibo è in grado di soddisfare questa particolare domanda che non si situa sul piano del bisogno. Il lavoro con questi soggetti consiste nel cercare di aprire uno spazio perché il soggetto fornisca una nuova risposta al suo malessere che non sia l’anoressia.

Questa sessione ha visto poi la suddivisione dei partecipanti al convegno in quattro gruppi di lavoro:

  • I Gruppo: Fattori predittivi di rischio e precipitanti per i DCA
  • II Gruppo: Diagnosi precoce e ruolo della medicina di primo livello
  • III Gruppo: I pazienti poor/non responder nei casi di persistenza di malattia
  • IV Gruppo: Il ruolo della famiglia nella cura dei DCA

Il gruppo che trattava il tema de “I pazienti poor/non responder nei casi di persistenza di malattia” ha evidenziando una migliore risposta dei pazienti che si rivolgono a centri e professionisti ed equipe specializzate ed esperte unitamente all’utilità del lavoro di rete, sia fra gli specialisti, sia con la famiglia, nel trattamento di questi particolari pazienti.

La seconda sessione è stata incentrata sulle azioni istituzionali a favore dell’assistenza ai DCA da parte del Ministero della Salute che intende, fra le altre cose, occuparsi della formazione dei medici di medica generale, dei pediatri di base e degli insegnate e sulla Consensus Conference ISS sui DCA e relativi esiti, il cui scopo è stato quello di produrre raccomandazioni per una gestione appropriata dei DCA, sulla base della valutazione delle evidenze scientifiche sulle aree dell’epidemiologia, della prevenzione e dei modelli organizzativi, effettuata da un gruppo di esperti multidisciplinare e multiprofessionale.

La terza sessione si è concentrata sull’imprescindibilità della costruzione di una rete terapeutica attorno al soggetto e ai familiari, insistendo sia sulla rete fra professionisti (nutrizionista, medico…), che devono lavorare in equipe e non essere semplicemente professionisti giustapposti, ma anche con la famiglia e le istituzioni (centri privati, ospedali.

Sono state due giornate di lavoro intenso che hanno permesso a professionisti e ad associazioni di fare rete, anche con altri territori italiani, diversi da quelli dove si opera quotidianamente, e dato nuovo slancio e nuove idee che, pian piano, con l’aiuto e il sostegno di tutti andremo a realizzare.

Personalmente e in qualità di Vicepresidente del Centro Italiano Disturbi Alimentari e Dipendenze C.I.D.A. onlus credo fortemente nel lavoro avviato da SIRIDAP Onlus (Società Italiana di Riabilitazione Interdisciplinare Disturbi Alimentari e del Peso) per “sostenere e contribuire al miglioramento di un lavoro di riabilitazione multidisciplinare psiconutrizionale a favore delle persone con disturbi del comportamento alimentare e del peso, con particolare riferimento alla realtà istituzionale. […] migliorare la qualità dell’assistenza riabilitativa attraverso iniziative di prevenzione, di condivisione delle buone pratiche, di monitoraggio e di ricerca scientifica, di formazione, culturali, di informazione, di divulgazione riguardo alle tematiche inerenti i disturbi del comportamento alimentare e del peso. […] creare una rete di conoscenze e di professionisti che, insieme, contribuiranno a fornire il loro contributo ed assistenza integrata nel combattere delle patologie che hanno bisogno di una risposta compatta e condivisa da parte della comunità scientifica e di tutti i soggetti che, a seconda dei loro ruoli, vi gravitano. […] riuscire a dare un sostegno a tutti coloro che, avendo un familiare con disturbo del comportamento alimentare, non conoscono come affrontare la malattia e la loro vita che, necessariamente, è cambiata.”

Dott.ssa Valentina Carretta