Spesso i giovani colleghi mi scrivono o mi interpellano in merito all’utilità o meno di acconsentire ad un primo colloquio gratuito a chi bussa alla porta del loro Studio. Riferiscono che, con buona frequenza, le persone cercano su Google “psicologo gratis” e trovano diversi colleghi che offrono questo servizio, ma loro non sono molto convinti che ciò faccia bene al paziente.
Il paziente al centro
Iniziare un’analisi, un percorso di psicoterapia, può non essere facile. Prendere la decisione di iniziare non è semplice e magari richiede settimane, mesi, addirittura anni prima di contattare uno psicoterapeuta e questo aspetto non dobbiamo mai dimenticarlo, tuttavia è altrettanto fondamentale che l’“aspirante paziente” possa, fin da subito, implicarsi nel percorso e non scansare la fatica che sta fra lui e il raggiungimento del suo obiettivo di benessere o guarigione. Ogni impresa, grande o piccola che sia, comporta una fatica e non è che evitando quell’incontro al paziente noi si faccia il suo bene, al contrario.
Dallo “psicologo gratis” e dal “primi colloqui gratuiti” alla messa al lavoro del desiderio del paziente
Ben capite come noi ci si trovi davanti ad un rovesciamento di prospettiva che vede nel primo colloquio gratuito non certo un’agevolazione per il paziente, ma addirittura qualcosa che può essergli dannoso sul lungo termine. Approfondiamo meglio con un esempio: una persona che pensa di iniziare un percorso, ma non è ancora ben convinta, non si sente ancora sufficientemente pronta per iniziare, magari fissa un colloquio sulla spinta di un familiare o di amici che la invitano a rivolgersi ad uno specialista. Data l’ancora scarsa motivazione cerca su Google “psicologo gratis” o “primo colloquio gratuito” e trova un giovane psicologo (non psicoterapeuta, ma solo psicologo. Per approfondire la differenza fra psicologo, psicoterapeuta, psicoanalista e psichiatra cliccare qui), magari che ha appena aperto lo Studio e ha bisogno di avviare l’attività offrendo una prima seduta gratuita, e fissa con lui un appuntamento. Durante questo incontro non riesce ad essere messo al lavoro il desiderio del paziente sul processo terapeutico in quanto la persona non ha ben chiaro cosa cerca e cosa spera di ottenere dalla terapia (psicoterapia che, mi preme sottolinearlo, può essere condotta solo da uno psicoterapeuta e non da uno psicologo). Al termine dell’incontro la sensazione di questo paziente sarà quella di non aver concluso nulla e quindi che sia, in fondo, corretto non aver pagato nulla. Il danno che ne deriva per il soggetto è la perdita di fiducia nei confronti dell’utilità di un percorso psicoterapico ben fatto dove è il soggetto il motore dell’azione e non il terapeuta a trascinare a peso morto il paziente.
La psicoterapia ha successo quando il paziente si implica, si interroga sulle sue questioni, si domanda come mai fa così, che senso hanno i suoi comportamenti, come mai prova determinate sensazioni, a cosa si debba ascrivere la sua difficoltà nel relazionarsi con l’Altro, …. La psicoterapia ha successo quando c’è il paziente, quando il paziente e il suo desiderio vengono messi al lavoro.
Perché la prima visita a pagamento mette al lavoro il desiderio del paziente?
Pagare una prestazione, quindi investire del denaro, porta (o dovrebbe portare) il soggetto a porsi preventivamente delle domande sul senso del percorso che vuole intraprendere, sugli obiettivi che si dà, sui risultati che vorrebbe conseguire, …. L’esborso economico fin dalla prima seduta porta (o dovrebbe portare) con sé uno scatto nel soggetto che inizia, ancora prima di entrare nello Studio di uno psicoterapeuta, il suo percorso, la sua maturazione verso un cammino di crescita personale e di risoluzione delle proprie questioni soggettive che lo vede attore protagonista in prima persona.
Come avviene questo passaggio?
Un paziente motivato ad iniziare un percorso anzitutto deve assumersi la responsabilità di una scelta, giusta o sbagliata che sia, ma deve fare una scelta. Per operare questa scelta, oggi, vi sono tanti strumenti consultabili. Per informarsi su un professionista è possibile:
leggere approfonditamente il suo sito web e i servizi che offre
- leggere gli articoli che pubblica
- navigare le sue pagine social
- leggere i suoi libri
- ascoltare i suoi podcast
- vedere i suoi video
- leggere le recensioni di altri pazienti sul suo operato
- ….
Questa attività di informazione ha però, già di suo, un costo: implica tempo e fatica.
Vantaggi dell’assunzione della responsabilità di scegliere informandosi
I vantaggi che ne conseguono sono però evidenti perché, dopo aver letto, ascoltato, visto e sfogliato tutti questi materiali, dovreste esservi fatti una buona idea del professionista che avrete davanti in sede di primo colloquio, del suo approccio clinico (psicoanalitico, cognitivista, comportamentista, sistemico, …), dell’esperienza che ha maturato, di cosa può offrirvi, dei risultati che potrete conseguire, ….
Cosa succede se una persona non si informa preventivamente?
Rischia di perdere tempo. Se fissi una seduta senza aver letto nulla di quel professionista, senza aver fatto chiarezza dentro di te del perché stai cercando proprio quel professionista e non un altro, non stai utilizzando al meglio il tuo tempo e, per di più, rischi anche di perderlo.
Il percorso psicoterapico è un percorso di responsabilità e la prima consiste proprio nell’assumersi la responsabilità della scelta del professionista a cui affidarsi.
Come scegliere?
Investendo tempo ed energie a documentarsi.
Qual è, quindi, il senso di un primo colloquio gratuito?
Se avete deciso di iniziare ad occuparvi di voi, della vostra crescita personale, delle difficoltà che abitano la vostra vita, se avete investito il vostro tempo per informarvi e documentarvi su diversi professionisti, se vi siete assunti la responsabilità di scegliere uno psicoterapeuta piuttosto che un altro qual è allora il senso di richiedere un primo colloquio gratuito?
Mi sentirei di escludere la motivazione materiale di risparmiare il costo della prima seduta laddove avete deciso di intraprendere una psicoterapia che durerà mesi e che vi vedrà fare ben più di una seduta.
Potreste allora sentire l’esigenza di incontrare di persona il professionista prima di iniziare a lavorare con lui: legittimo. È una vostra esigenza però, non del professionista. Perché, quindi, aspettarsi che il tempo che lo psicoterapeuta investirebbe per rispondere alla vostra legittima esigenza non dovrebbe essere retribuito?
Non creiamo fraintendimenti però. Ci sono molti contesti in cui gli psicoterapeuti esercitano con tariffe molto basse, al limite del tariffario ordinistico, e propongono anche colloqui gratuiti, ma si tratta di un tempo che questi scelgono liberamente di dedicare al volontariato o ad opere pro bono. Tanti di noi, durante l’emergenza Coronavirus, si sono dati disponibili per sedute online gratuite per stare vicino alla popolazione angosciata, soprattutto nei primi mesi del 2020, ma questi sono casi particolari.
Chi è lo psicoterapeuta che hai scelto
Quando ti rivolgi ad uno psicoterapeuta, ti stai rivolgendo ad un professionista che si è formato per almeno dieci anni fra università e specializzazione post lauream e, se si tratta di un professionista di orientamento psicoanalitico, hai di fronte una persona che si è anche sottoposta ad un’analisi didattica personale con uno psicoanalista didatta per almeno una decina d’anni a due/tre sedute alle settimana per assicurarsi di aiutarti al meglio quando fa il suo lavoro, interpretando, restituendo un senso a quanto emerge dalle tue parole, non a partire dai suoi fantasmi, ma da quanto il tuo inconscio fa salire in superficie (Per approfondire la formazione di uno psicoterapeuta, psicoanalista e psichiatra cliccare qui).
Perché allora le persone chiedono un primo colloquio gratuito?
La mia esperienza mi insegna come quei soggetti che chiedono un primo colloquio gratuito non abbiano ancora, in quel frangente della loro vita, sviluppato una motivazione sufficiente ad intraprendere un percorso di questo genere. Questa loro reticenza ad iniziare può essere assolutamente legittima e va accolta e ascoltata perché non sempre siamo pronti a partire nonostante si abbia chiaro in testa che, prima o poi, sia necessario partire. Può anche capitare che un paziente fissi tre o quattro primi colloqui gratuiti con diversi specialisti alla ricerca di non si sa bene cosa però e che, comunque, non riesca a decidersi.
Mi viene da porre una domanda al lettore: “cosa dovrebbe fare, in fondo, di così terribile un professionista durante la prima seduta per essere scartato e depennato dalla vostra lista?”
Cosa aspettarsi da un primo colloquio gratuito?
Se non siete riusciti ad investire il vostro tempo per informarvi sullo specialista e sulla psicoterapia in generale, leggendo qualche articolo o ascoltando qualche podcast, sulla base di quali elementi un primo ed unico colloquio vi consentirebbe di scegliere lo psicoterapeuta A piuttosto che il B?
Se, invece, vi siete già preventivamente informati su un professionista leggendo approfonditamente il suo sito web e i servizi che offre, leggendo gli articoli che pubblica, navigando le sue pagine social, leggendo i suoi libri, ascoltando i suoi podcast o vedendo i suoi video, leggendo le recensioni di altri pazienti sul suo operato, …, che cosa temete di scoprire da un primo colloquio con lui che vi porti a scappare a gambe levate dal suo Studio?
Il disagio legato a quanto stai vivendo in questo momento può essere superato. Puoi affrontare e oltrepassare questa problematica parlando con una specialista preparata che ti aiuterà stando al tuo fianco senza giudicarti.
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